domenica 15 luglio 2012

Sono tutti liberi pensatori

Mi sono imbattuto in un post del blog di un tal Giuseppe Bresciani, un tizio (a quanto pare giornalista) definitosi libero pensatore. Strano eh, chi mai si definirebbe "pensatore del tutto conforme all'ambiente che mi ha generato e in cui vivo"? Un materialista, uno che di mestiere e di cervello è abituato a maneggiare cose concrete e non ha voglia e tempo di perdersi in stronzate. Roba alquanto rara.
Comunque, il titolo del post è eloquente: Ci vuole una rivoluzione, ma copernicana. Eloquente, nel senso che è evidente quanto sia una stronzata un titolo del genere, quanto verrebbe da ridere sentirlo echeggiare in un'assemble di operai licenziati incazzati neri; ma in fondo, non me ne frega niente. Analizzare e criticare il pensiero di un (sempre autodefinitosi) liberale che auspica di vedere l'uomo al centro di tutto, con lo Stato soggetto neutrale a servirlo, significa dare importanza a un pensiero che non ne ha più da ormai un secolo e mezzo. La critica è, indirettamente, un modo per attribuire spessore alla teoria che si vuole criticare; oramai persino nei libri di storia borghesi sono narrate le gesta dello Stato moderno, tanto da svelare la sua natura di strumento di repressione di classe anche ai più rincoglioniti. Non sarò certo io a far riesumare il pensiero liberale e  i suoi sostenitori, morti ammazzati dalla loro stessa società al tramonto, dalle loro contraddizioni e dalla loro miseria (la più divertente: predicano la libertà del mercato, salvo poi instaurare mostruosi apparati statali e sovrastatali per controllare l'economia, ormai troppo socializzata per i loro cervelli atomistici da mercante settecentesco).

Il Bresciani non è il vero oggetto di questo post; lui è solo un modello della sua razza, quella degli intellettuali borghesi che, com'è ovvio che sia, dominano le scuole, le università, i media. Di lui non mi importa nulla, al suo posto potrebbe starci un qualsiasi suo collega (che, tralaltro, non si distinguerebbe in nulla, manco fossero fatti con lo stampo). E' solo divertente l'ossimoro generato dal leggere "libero pensatore" associato alla figura di un individuo produttore di un'insieme di pensieri che più omologati non si più. E' libero, il Bresciani, almeno quanto Bruno Vespa. Più etica! Più regole! Più cultura!

Mamma mia, che rivoluzione, che pensiero libero. Me le vedo già le masse innalzare le bandiere della rivoluzione copernicana.

Sono tutti liberi pensatori, anche e soprattutto i professori. Che di lavoro, si sa, stuprano le teste dei ragazzi per inculcargli il pensiero ufficiale di Stato. Libero anch'esso, ovviamente.


Chissà questi individui dove verranno adoperati, una volta morta e sepolta questa società. Non possono nemmeno zappare la terra, perché l'agricoltura è affare mica da intellettuali bifolchi. Misteri del futuro.

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