giovedì 26 luglio 2012

I sostenitori dei finti partiti di sinistra sono idioti o criminali?

Molti sedicenti rivoluzionari sostengono che "solo un idiota può ancora votare PD" (ma la cosa varrebbe anche per SEL, M5S, IDV, Partito Democratico americano,  SPD, ecc.). Insultare chi ancora crede nei partiti parlamentari (specie se di centro-sinistra e ultra-sputtanati) sembra che già di per se ti faccia rivoluzionario.
Per noi materialisti, queste affermazioni lasciano il tempo che trovano. Che tutti i partiti istituzionali siano partiti borghesi (organizzazioni politiche che agiscono negli interessi della borghesia organizzando il suo Stato per lo sfruttamento delle masse operaie), è per noi scontato e non più oggetto di discussione da almeno gli anni '10 del secolo scorso; la definizione stessa di partito istituzionale, cioè di partito che mira (al di là delle finte ideologie che propaga) al suo insediamento nelle istituzioni statali borghesi, ci dice che sono partiti borghesi nemici delle masse proletarie. Il proletario che sostiene questi partiti è una persona che appoggia il suo nemico; definire un individuo del genere come un idiota parrebbe quasi automatico.

Ma l'attribuire un comportamento dettato dal dominio dell'ideologia dominante (che, Marx docet, è sempre quella della classe dominante) alla mente indipendente dell'individuo, è il tipico idealismo proudhoniano che niente ha a che fare con il materialismo rivoluzionario, con il comunismo. Questi pseudo-rivoluzionari attribuiscono all'individuo la capacità di fare la storia, quando è la storia contingente che fa l'individuo; del resto, è fin troppo evidente che i proletari agiscono come proletari in quanto proletari, cioè in quanto in una condizione predeterminata alla loro volontà di classe sociale diseredata priva del controllo dei mezzi di produzione. La volontà del proletario di agire come libero pensatore va a puttane di fronte alla realtà che lo circonda e nella quale è nato fatta di ogni forma e istituzione borghese (vedi l'articolo sui liberi pensatori).
Pertanto questi finti rivoluzionari, dall'ideologia molto individuo-centrica e borghese, non hanno capito un cazzo, come al solito: chiamare "idiota" un proletario che appoggia inconsapevolmente il suo nemico è un comportamento... idiota, quando sappiamo che le coscienze degli individui sono formate dalla società in cui vivono. L'elettore del PD è un uomo nato in una società borghese, con i valori putridi della famiglia cattolica (magari pure "catto-comunista"), con l'ideologia della Patria condita con salsa partigianesca, con dieci o vent'anni di indottrinamento forzato da quella chiesa che chiamiamo "scuola", con continue ripetizioni di quanto la democrazia borghese sia bella e giusta. Abbiamo di fronte un uomo singolo di fronte a una società incredibilmente complessa, con i suoi mostruosi apparati ideologici e repressivi, con le sue fetide tradizioni, tanto da far apparire come naturale cioè che invece è solo contingente. L'elettore del PD non è un idiota, è solo ignorante. Egli ignora che sta appoggiando il suo acerrimo nemico, ma solo perché materialisticamente non ha motivo di pensare il contrario. Finché ha un tenore di vita ritenuto dalla società (e quindi anche da lui) abbastanza dignitoso, egli non vede nemici di classe, non vede la contraddizione tra l'ideologia reazionaria dominante e la realtà nuova che avanza. Lui è inserito in questa società e non ha alcun interesse di assecondare il cambiamento reale che avanza. Egli igora tante cose, ma nessun libro o discussione evangelica lo farà cambiare idea.
Tuttavia non appena vivrà lui stesso la contraddizione tra forma sociale (capitalismo) e realtà materiale (troppo avanzata per il capitalismo), smetterà di "essere un idiota" in quanto cesserà di ignorare.

L'ultimo punto è: può un ignorante del genere essere però un nemico della classe operaia? Anche in questo caso la risposta è assolutamente negativa. La motivazione di questo è sempre nella concezione materialistica, che vede le forze produttive reali il motore della storia, non le idee. Se il partito unico della borghesia ha potere non è perché la sua ideologia ha fatto chissa che breccia nel cuore degli elettori, ma perché le forze produttive reali consentono il dominio della classe borghese e, dunque, la sua istituzionalizzazione in partiti politici borghesi che detengono il potere politico. Il sostegno elettorale di un proletario è un idiozia senza alcun valore concreto; può considerarsi complice di un criminale chi lo appoggia solo "moralmente", ma è del tutto ininfluente nella pratica del suo potere? Quanto possano essere considerati responsabili gli ignoranti elettori dello stato di cose presenti è chiaro con il fenomeno del governo Monti; nessuno l'ha eletto, nessuno si è reso "complice", ma c'è lo stesso.

L'odio per questa società infame e per gli imbecilli che credono di essere liberi pensatori non giustifica posizioni infantili di questo tipo. Che proliferano invece proprio tra chi si ritiene "rivoluzionario".

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